Usigrai: la Rai non ha bisogno di nuove occupazioni da partiti e governo ma una legge di riforma che le impedisca

Alla Rai serve autonomia e indipendenza per svolgere il ruolo che le è affidato dal contratto di servizio e dalla convenzione decennale quale concessionaria del servizio pubblico.

Le occupazioni a targhe alterne, secondo il colore dei governi, che vedrebbero ora l’arrivo di nuovi vertici e una manciata di esterni graditi ai partiti di maggioranza, rischiano di affondare definitivamente la Rai, alla quale servono invece risorse certe e un piano industriale.

Intanto chi oggi chiede un cambio di passo (e addirittura la cancellazione del canone) per una parola di troppo di Lucia Annunziata (fatto comunque censurabile), fa finta di non vedere che domenica scorsa dagli schermi di Raiuno è stato un sottosegretario alla cultura del Governo a pronunciare parole irripetibili e che mai ci saremmo aspettati di sentire dagli schermi della Rai servizio pubblico.

Dei periodici assalti alla Rai, a farne le spese sono sempre i cittadini e il loro diritto ad essere informati in modo pluralista ed oggettivo; negli ultimi due mesi i dati dell’osservatorio di Pavia hanno certificato che quasi il 70% della presenza dei politici nei telegiornali della Rai ( Tg2 e Tg1) è stato dedicato a esponenti di maggioranza e governo, una percentuale che va ben oltre i limiti indicati dal Garante per le Comunicazioni.

Sull’urgenza di cambiare la legge di governance della Rai, l’Usigrai si è espressa da tempo e sempre nello stesso modo.
Lo abbiamo fatto in ultimo quando i partiti (anche quelli oggi in maggioranza) esclusero dall’attuale Cda Rai l’opposizione che allora era rappresentata da Fratelli d’Italia.

L’errore di una conduttrice non è motivo sufficiente perché il Parlamento determini le condizioni per una nuova occupazione della Rai da parte della maggioranza di turno.

Ci sono progetti di legge per la riforma della governace della Rai e un iter già avviato al Senato per la scrittura del testo normativo.
Si riparta da li per restituire al Servizio pubblico alla sua funzione e alla Rai un’autorevolezza e credibilità che la tenga fuori dalle polemiche che regolarmente la travolgono ad ogni sussulto della politica.

Benedetta primavera, Cpo: “Offensivo bollare come ‘ridicole’ le rivendicazioni di una parte della società”

Spiace assistere, in prima serata, a semplificazioni non degne del servizio pubblico. Spiace vedere come due personalità che hanno segnato la storia della televisione di questo Paese siano proiettate più verso il passato che verso il presente, e trovino difficile accogliere nuove sensibilità e richieste.

In pochi minuti Loretta Goggi e Bruno Vespa liquidano il “politicamente corretto” senza approfondirne le radici: le sensibilità di oggi sono evidentemente diverse da quelle di cinquant’anni fa, come quelle di cinquant’anni fa erano diverse da quelle dei decenni precedenti. Ogni epoca è portatrice di nuovi valori e riflessioni che portano a interrogarsi su abitudini e usi adottati fino a quel momento: non si tratta di cancellare il passato, ma di riflettere e cambiare, eventualmente, in considerazione delle nuove sensibilità emerse. Certamente è possibile non condividere alcune rivendicazioni di larghe parti della società, ma bollarle come “ridicole” è offensivo.

Segnaliamo inoltre che nella lingua italiana non esiste il genere neutro: il maschile sovraesteso resta comunque maschile, e indicare una donna come “ministra” vuol dire solo applicare le regole della grammatica. La lingua non è un codice immutabile: come ogni aspetto della società cambia e si evolve nel tempo.

Cpo Usigrai

Usigrai: solidarietà e sostegno a giornalisti e poligrafici dell’Unità

Un precedente che deve preoccupare quello messo in atto dalla proprietà del giornale che cede la testata ad un acquirente che lascia fuori tutti i giornalisti e poligrafici dell’Unità mettendo in atto un processo di sostituzione senza precedenti.

Come ricorda il cdr nel suo comunicato si viola un principio che la giurisprudenza ha più volte affermato; “la Testata è anche i suoi lavoratori”. 

Con questa operazione invece si lasciano a piedi i lavoratori e si trasferisce la testata sulla redazione de Il Riformista che da Aprile cambierà nome, azzerando così anche la storia del giornale.

L’Usigrai sarà al fianco dei colleghi dell’Unità per ogni iniziativa che il cdr intenderà intraprendere a tutela dei diritti di lavoratrici e lavoratori.

I diritti delle donne in primo piano

Per la Giornata Internazionale della Donna , saranno ospiti dell’assemblea dei giornalisti della Rai Alesia Batsman, ucraina, Lidia Nevzorova, russa, Rahel Saya, afgana, Sanam Shirvani, iraniana, per un racconto in prima persona della condizione delle donne nei loro Paesi: Afghanistan e Iran, dove i diritti sono cancellati o resi indisponibili dai regimi; Russia e Ucraina, dove poco si sa di come le donne stiano vivendo la guerra in atto.

“Donna, vita, libertà”, le parole della rivolta iraniana, che hanno ormai assunto un valore globale, saranno esposte domani con uno striscione e portate da ciascuna delle oltre cento persone, tra giornaliste e giornalisti, che si ritroveranno alle 15 negli spazi dell’hotel Domus Pacis di Assisi per un flash mob che precederà l’incontro. 

L’appuntamento di Assisi è parte di un evento formativo con i crediti previsti dall’ordine dei giornalisti, organizzato dall’Usigrai.

Solidarietà alla redazione del quotidiano Domani

La presenza dei carabinieri nella redazione del quotidiano diretto da Stefano Feltri per sequestrare un articolo già pubblico travalica la normale attività di polizia giudiziaria e assume il carattere di un atto intimidatorio nei confronti della redazione e della stampa in generale.

Per il sindacato dei giornalisti della Rai è inaccettabile la modalità scelta dall’autorità giudiziaria per dare seguito all’ennesima querela da parte di un esponente di governo (il sottosegretario Durigon) contro un articolo pubblicato dal quotidiano.

Le “divise” in redazione non sono un bel segnale specie se chi le indossa rappresenta lo stato e interviene per sequestrare articoli di giornale.

La Libertà di stampa è un diritto garantito dalla costituzione e va rispettato in prima istanza dalle istituzioni preposte a difenderla.

Le querele bavaglio, specie se esercitate dal potere politico, assumono la forma della censura nei confronti dei giornalisti che si tenta di zittire per non dover rispondere alle loro domande.

L’Usigrai aderisce sin da subito ad ogni iniziativa che il Cdr del quotidiano vorrà intraprendere a difesa del lavoro della redazione, della libertà di espressione e del diritto dei cittadini ad essere informati.

Esecutivo Usigrai

USIGRAI: RAI COMMISSARIATA DALLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

Una nota di Palazzo Chigi riferisce di un incontro tra la presidente del Consiglio e l’Ad della Rai durante il quale è stata esaminata la situazione economico-finanziaria della Rai.

Con una disinvoltura che lascia allibiti la stessa nota riporta che Giorgia Meloni e Carlo Fuortes torneranno a incontrarsi dopo l’approvazione del bilancio Rai.

L’Usigrai ritiene gravissimo che la Rai servizio pubblico sia sottoposta al diretto controllo dell’Esecutivo.

Ci chiediamo a quale titolo la presidente del Consiglio abbia convocato l’Ad della Rai per parlare di bilancio. L’azionista di riferimento dell’azienda è il Ministero dell’economia. La Rai è soggetta all’attività di indirizzo, vigilanza e controllo del Parlamento attraverso la commissione parlamentare di Vigilanza che, a distanza di oltre 5 mesi dalle elezioni, non si è ancora insediata.

È gravissimo che in questa situazione di vacatio la presidente del Consiglio ponga sotto il suo diretto controllo l’attività dell’azienda di servizio pubblico radiotelevisivo.

L’incontro di oggi è ben più che irrituale: è un fatto di una gravità senza precedenti che sancisce il commissariamento della Rai e la mette sotto il controllo del Governo.

Quello che è accaduto oggi trasforma la Rai in tv di Stato: una modifica sostanziale della natura di servizio pubblico, come sancito dal contratto di servizio e dalle sentenze della Corte Costituzionale che dal lontano 1974 ha sempre ribadito la necessaria autonomia della Rai, da governi e partiti.

Esecutivo Usigrai

Sondaggi di gradimento sui giornalisti? Per Usigrai unico criterio è la professionalità

Una pagella sui giornalisti della Rai servizio pubblico basata sui sondaggi, come se si trattasse di influencer a caccia di consensi sui social. Rimaniamo stupiti di fronte a indiscrezioni di stampa, secondo cui la Rai vorrebbe affidare a una società esterna la valutazione dei suoi conduttori televisivi e radiofonici, inclusi i giornalisti.

Un giornalista non deve essere gradito a qualcuno ma credibile per serietà, imparzialità e per la professionalità con un cui svolge il proprio lavoro. Un’operazione simile appare alquanto rischiosa e fuorviante. Misurare la bravura dei giornalisti in base ai like, sarebbe il punto di non ritorno. 

Se fosse vero quanto riportato da un quotidiano sulle intenzioni della Rai, ci troveremmo di fronte a un processo che guarda al marketing invece che al servizio ai cittadini.

Il sindacato delle giornaliste e dei giornalisti Rai, che finora non ha ricevuto alcuna informazione su questa decisione dell’azienda, è profondamente contrario a valutazioni basate su sondaggi. L’unico parametro accettabile è la professionalità di ciascun giornalista del servizio pubblico ispirata al Contratto di Servizio e dalla Carta dei diritti e dei doveri del giornalista del servizio pubblico.

 

L’Esecutivo Usigrai 

CdR Rainews24: “Grave trasmettere integralmente la rubrica della presidente del Consiglio”

Può la all-news della Rai trasmettere integralmente, ogni settimana, la rubrica “Appunti di Giorgia” della presidente del Consiglio Meloni? Un grave precedente che elimina il contraddittorio nelle comunicazioni di Palazzo Chigi, trasmesso senza controllo preventivo e senza filtro: oggi sotto la scritta ‘diretta’ abbiamo trasmesso un prodotto registrato contenente la grafica di altra all-news con tanto di logo identificativo. La funzione del servizio pubblico di garanzia e di pluralismo sembra essere, ormai, una semplice dichiarazione d’intenti.

Il cdr di Rainews24 vuole ribadire la preoccupazione per la mancata equa distribuzione degli ospiti delle trasmissioni di approfondimento del canale: più volte denunciate alla direzione e all’azienda.

Il Comitato di Redazione

Vittorio di Trapani eletto presidente Fnsi

L’elezione di Vittorio di Trapani alla presidenza della Fnsi è per l’Usigrai motivo di soddisfazione e di orgoglio.

Le battaglie contro il precariato, per la difesa dell’autonomia e indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo e per la libertà di espressione, che Di Trapani ha portato avanti nei nove anni in cui ha guidato il sindacato dei giornalisti Rai, siamo certi che saranno al centro dell’azione sindacale del presidente e della nuova segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante, a tutela del lavoro giornalistico, presidio di democrazia nel quadro dei valori e dei principi sanciti dalla Costituzione.

L’Usigrai ringrazia per il lavoro fatto l’intero gruppo dirigente uscente della Federazione della stampa, a partire dal presidente Beppe Giulietti.

“Abbiamo stabilito il principio che con i soldi pubblici non si alimenta il precariato”

Il giornalismo nel nostro Paese da una parte si tende a farlo sparire, e parlo dell’impresa privata; dall’altra di controllarlo e mi riferisco al servizio pubblico. La Rai è alle prese con l’ennesima spinta per un cambio ai vertici, con un atteggiamento della politica che mira a confondere l’idea di servizio pubblico con quella di tv di stato. Sui nostri media si parla della necessità di dare rappresentazione tra i vertici Rai della nuova maggioranza che si è imposta nel Paese. La sola maggioranza, schiacciante, uscita anche dalle ultime elezioni è quella degli astenuti.
La tv pubblica di quella maggioranza dovrebbe occuparsi spiegandone le ragioni, indicando le implicazioni di questo fenomeno per la tenuta democratica del nostro Paese.

Un approccio di parte al servizio pubblico rischia di alimentare fazioni anziché aumentare la partecipazione ai processi che alimentano la democrazia. Invece si parla solo di sostituire vertici e direttrici e direttori di tg e reti; non di come dare risorse certe al servizio pubblico ma di come sottrarle togliendo il canone  dalla bolletta, abolirlo o alla meglio metterlo sotto il contro del governo di turno che lo eroga secondo criteri di volta in volta da misurare. L’Usigrai in questi anni, nel contesto che meglio di me hanno descritto diversi colleghi, ha fatto la sua parte per dare risposte concrete al precariato giornalistico di centinaia di colleghe e colleghi.
Lo ha fatto insieme alla Fnsi imponendo in Rai la selezione pubblica come criterio di accesso al lavoro giornalistico.
Un processo di stabilizzazione per le colleghe e i colleghi giornalisti delle reti che hanno potuto mettere fine a precariati decennali. L’ultimo concorso, strutturato per volontà sindacale più che aziendale su base regionale, ha portato lavoro stabile nei territori rafforzando un asset strategico del servizio pubblico  costituito dalle redazione regionali della Rai.
 
Non abbiamo risolto i problemi dell’editoria ma varrà qualcosa aver affermato il principio che con i soldi pubblici non si alimenta il precariato.
Un percorso realizzato in un quadro di unità sindacale che ha visto insieme Fnsi e  associazioni di stampa. Un grazie dunque alla Fnsi, al sindacato, dal Direttore, al Segretario, al presidente della Federazione Beppe Giulietti che in questi anni, in cui si è cercato di mettere ai margini il giornalismo in questo paese, sul piano dei contratti e su quello della rilevanza sociale, ha tenuto alti i temi della libertà di informazione e dei diritti civili.
Dalla repressione della libertà in Iran alla vicenda Assange, più vicina di quanto appaia; alla tutela dei nostri diritti; alle querele bavaglio che con la loro violenza, vogliono ridurre al silenzio l’informazione per trasformarla al massimo in comunicazione. Il tema della pace, a forza espunto dai nostri media, pena l’essere indicati come voci alzate contro la libertà. Il sindacato che oggi ringrazio e che auspico esca da questo Congresso è dunque lo stesso che sul tema della libertà di espressione non ha consentito in questi anni si consumasse il tentativo, più volte tentato, di mettere il giornalismo del nostro Paese ai margini della società civile.

Rappresentanza di genere nei talk sull’esito del voto

La Rai è partner del progetto europeo No women No panel, ma in alcuni dei talk a commento delle elezioni regionali ieri sera gli ospiti in studio e in collegamento erano soltanto uomini.
È accaduto a Porta a Porta e al Tg2 Post.

Ci chiediamo perché non si senta la necessità di avere il punto vista delle donne a interpretare un momento cruciale della vita politica del Paese.
Spiace constatare come ancora una volta sia mancato equilibrio nella scelta degli interlocutori e non crediamo sia una questione di “quote” perché non mancano sul tema autorevoli commentatrici.

Come Esecutivo e Cpo Usigrai riteniamo che si sia persa un’altra occasione per promuovere una narrazione più attenta e aderente alla realtà.

Usigrai: Rai viola contratto per consulenza a Iacona

Il rientro in Rai di Riccardo Iacona, richiamato come consulente, viola le regole del contratto di lavoro, sulle modalità di impiego in azienda del personale cessato dal servizio.

Solo due giorni fa l’Usigrai ha segnalato le preoccupazioni del sindacato per l’emendamento al milleproroghe che riaprirebbe la strada al riutilizzo senza limiti dei pensionati.

Per il sindacato dei giornalisti Rai la priorità resta la valorizzazione delle professionalità interne all’azienda, come previsto dal Contratto di Servizio.
Assistiamo invece a continue chiamate dall’esterno, con professionisti e agenti che decidono sul prodotto editoriale dell’azienda.

La Rai servizio pubblico non può essere terreno di scontro e di conquista: servono regole che ne garantiscano la necessaria autonomia e indipendenza. Il rischio invece è quello di assistere presto a nuove chiamate di esterni per l’ennesima occupazione di reti e Tg.