Il saluto di Raduni e Europhonica al congresso della Fnsi

raduniBuongiorno a tutti, giornalisti e ospiti, e grazie innanzitutto per avermi invitato. Con questo breve messaggio vi porto il saluto di Raduni, l’associazione degli operatori radiofonici universitari, e della redazione di Europhonica.

Siamo tutti a conoscenza del motivo che porta me, in prima persona, qui a parlare di fronte a voi, e non posso nascondervi che mi sarebbe piaciuto partecipare a questa cerimonia in altre circostanze, eppure mi piace pensare che la ragione si chiami Europhonica. Perché in fondo è così.

Europhonica nasce nella primavera del 2015. E’ un progetto promosso dal circuito delle radio universitarie, non solo italiane, ma di altri 4 Stati Europei. L’intento è tanto semplice quanto chiaro e dopo 4 anni di servizi, interviste, trasferte e discussioni non è cambiato: raccontare l’Unione Europea per come la vediamo noi giovani, spiegare che l’UE non è solo il palazzo, ma è qualcosa di quotidiano che interessa da vicino tutti quanti, che lo si voglia o no. Spiegare come e perché l’Europa è il nostro futuro a cui tutti dobbiamo e possiamo contribuire.

Lo sapevamo fin da subito e, man mano, ce ne siamo resi conto sempre più: il progetto Europeo, le sue Istituzioni e le varie procedure, sono materia complessa e non basta uno schiocco di dita per comprenderli. Eppure ci siamo accorti, con il nostro lavoro, di come sia l’UE stessa a fornire gli elementi e gli strumenti per interpretarla. Siamo partiti da lì, approfondendo, intervistando, parlando con le persone, interrogando e analizzando testi e documenti; usando la nostra curiosità e passione per la materia per spiegarla a chi ci ascolta, come la spiegheremmo a noi stessi, tra una riunione su Skype o durante un viaggio su Flixbus verso Strasburgo. Spesso con idee diverse ma sempre con la stessa convinzione: capire per conoscere e conoscere per spiegare.

Qui, di fronte a voi, credo sia importante anche sottolineare il valore giornalistico del progetto: non siamo tutti giornalisti professionisti, ma in questi anni abbiamo sempre lavorato in maniera rispettosa e accurata, dando spazio alle opinioni più diverse e al dibattito che anima il nostro lavoro e anche, si può dire, la nostra amicizia.

Delle diversità abbiamo sempre fatto e continueremo a fare il nostro punto di forza e in questo, Antonio e Bartek saranno, per noi e per tutti, i nostri maestri, come lo sono stati dimostrandoci con tanta naturalezza, entusiasmo, attaccamento e visione.

Nell’augurare a tutti voi un buon lavoro per questo Congresso, ci tengo ad augurare a tutti noi di continuare a vedere il giornalismo e la libera espressione prima come una passione e poi come un lavoro. Se Europhonica continuerà ad essere un prodotto artigianale e inclusivo come lo immaginiamo noi è anche perché sapremo di avere una comunità attorno.

Mentre vi parlo alcuni dei miei colleghi sono già a Strasburgo per ricominciare da dove ci eravamo lasciati, e per portare avanti un piccolo grande sogno condiviso: da ieri Europhonica è tornata on air.

Grazie.

Cordialmente,

Alberto Ferraresso