Lasciamo accessi i riflettori sulla morte di Andrea Rocchelli

di Lucia Sgueglia

Sono passati quasi 4 anni dalla morte a Sloviansk in Est Ucraina del fotogiornalista italiano Andrea Rocchelli, ucciso a 30 anni da colpi di mortaio il 24 maggio 2014 mentre realizzava un reportage sulla situazione e le sofferenze della popolazione civile durante il conflitto tra separatisti filorussi ed esercito ucraino. Con lui perse la vita il collega e attivista russo per i diritti umani Andrey Mironov, mentre il giornalista francese William Roguelon rimase gravemente ferito.

Quattro anni in cui la famiglia continua a chiedere chiarezza, verità e giustizia, insoddisfatta delle risposte venute da Kiev sulla dinamica dell’accaduto, dopo un lungo silenzio. E una scorta mediatica, perché “non passi l’idea che l’uccisione di un giornalista”, per citare la madre di Andy, Elisa Signori, “sia considerata un rischio fisiologico del mestiere, un ‘danno collaterale’, ‘normale’ in situazioni di pericolo, o in una guerra non dichiarata come questa». Un caso scomodo perché coinvolge le relazioni diplomatiche amichevoli tra Italia e Ucraina.

Per riaccendere i riflettori sulla morte di Rocchelli lunedì 9 aprile, alle 15.30, alla ex Chiesa di Santa Maria Gualtieri, in piazza Vittoria a Pavia l’Associazione Lombarda dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana organizzano un incontro pubblico.

L’incontro cade in concomitanza con l’apertura del processo a Vitaly Markiv, combattente volontario delle milizie paramilitari ucraine, arrestato nel giugno scorso a Bologna, e accusato della morte di Andy dalla procura di Pavia, “in concorso con ignoti”. Processo che dovrebbe cominciare al Tribunale di Pavia nelle prossime settimane.

Saranno presenti la famiglia Rocchelli accompagnata dall’avvocato Alessandra Ballerini, l’avvocato Emanuele Tambuscio legale di parte civile, il presidente della FNSI Beppe Giulietti, il segretario generale aggiunto vicario della Fnsi Anna Del Freo, il responsabile di Amnesty Italia Riccardo Noury, il sindaco di Pavia, Massimo Depaoli, il senatore Luigi Manconi, coordinatore dell’UNAR, e il presidente dell’ALG Perucchini.