Nessuno è solo. Ecco l’inchiesta di Marilù Mastrogiovanni

marilu_mastrogiovannidi Vittorio di Trapani

Le mafie vogliono intimidire. Vogliono tappare la bocca. A chiunque sveli i loro affari, i loro intrecci.

Ma soprattutto le mafie vogliono isolare chi parla, chi racconta, chi denuncia. Isolarli per renderli più vulnerabili.

È nostro dovere invece stringerci attorno alle giornaliste e ai giornalisti minacciati. Da chiunque e da qualunque parte arrivino le minacce. Come? Esprimendo loro la nostra solidarietà, sicuramente. Ma non solo.

Per proteggerli, per “scortarli”, bisogna dare voce alle loro inchieste, amplificarle.
Per dire a chi li minaccia che quei giornalisti non sono soli. Sono parte di una squadra, numerosa. La squadra di chi crede nella legalità. Di chi combatte il malaffare. Di chi lotta contro le mafie.

Ecco perché abbiamo deciso di pubblicare sul sito Usigrai l’inchiesta di Marilù Mastrogiovanni, direttrice de Il Tacco d’Italia, vittima in questi giorni di intimidazioni e insulti. La sua storia sarà raccontata anche nella prima puntata dalla seconda edizione del programma di RaiUno “Cose Nostre”, ideato e curato da Emilia Brandi, in onda sabato 12 novembre in seconda serata.

Il 3 novembre scorso, dopo due anni, è tornato online il sito Il Tacco d’Italia (www.iltaccoditalia.info) con l’inchiesta “Augustino Potenza, l’Italiano che inventò il marketing della mafia”.

Si tratta di un lavoro giornalistico di inchiesta durato 2 anni, corredato da foto, documenti, riferimenti di atti amministrativi e atti ufficiali a firma della direttora Marilù Mastrogiovanni, attraverso i quali si illustrano le modalità, anche creative e di marketing, attraverso cui Augustino Potenza, boss della sacra corona unita, teneva sotto scacco la Città di Casarano e il basso Salento.

Il 9 novembre l’amministrazione comunale ha affisso su tutte le plance della città dei manifesti attraverso i quali, “ufficialmente” si vuole rettificare quanto scritto dal Tacco d’Italia.

Il sindaco non ha invocato il diritto di replica/rettifica, cui avrebbe diritto ai sensi della legge sulla Stampa 47/48, ma ha platealmente messo all’indice la giornalista.
I manifesti invitano la cittadinanza a reagire contro chi non esita a “gettare ombre sinistre sull’amministrazione”. Cioè la giornalista.

Inoltre, il sindaco Gianni Stefano ha pubblicato il testo del manifesto sul suo profilo Facebook di sindaco di Casarano, dove è subito partito il linciaggio: nello spazio dei commenti il boss viene santificato (definito “leone”) e la giornalista offesa e denigrata, (definita “cane”, “infame”, “parassita”, “carogna”).

Chi intimidisce e insulta un giornalista aggredisce il diritto dei cittadini a essere informati. Ma noi non ci faremo intimidire. Anzi, diamo voce alle inchieste di Marilù Mastrogiovanni. E lanciamo un appello a tutti: pubblicate l’inchiesta di Marilù Mastrogiovanni. Pubblicate le inchieste dei giornalisti minacciati. Stringetevi, stringiamoci, attorno a loro.

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Ecco l’inchiesta:
Augustino Potenza, l’Italiano che inventò il marketing della mafia

“Quando a Casarano (Le) pronunci il nome di Augustino Potenza, adesso, ti si fa il vuoto intorno.

Fino a pochi giorni fa il suo nome spaccava in due il paese.

Chi scuoteva la testa, abbassandola e facendo spallucce. Per poi annuire, quando chiedevi: “Ma adesso è lui il boss di Casarano e di tutta la zona del capo di Leuca?”, dandoti l’idea di stare ammettendo per la prima volta soprattutto a se stesso quella terribile verità.
…”.

L’inchiesta prosegue qui:
http://www.iltaccoditalia.info/2016/11/03/augustino-potenza-marketing-della-mafia-sacra-corona-unita-casarano/