Raccontare la mafia per spezzare il consenso

Di mafia si parla quasi sempre in occasioni eccezionali, si dà poco spazio ad una riflessione più profonda e ragionata e quindi più vicina alla conoscenza delle organizzazioni criminali: ne era convinto Giovanni Falcone, che proprio per questo, sette mesi prima di essere assassinato da Cosa Nostra nell’attentato di Capaci ,aveva messo in cantiere con Alberto La Volpe e la squadra dei cronisti della cronaca del Tg2 “Lezioni di mafia”, un programma in sei puntate che il magistrato avrebbe dovuto condurre in studio proprio con il direttore del Tg2.

Un “Virgilio” d’eccezione , un programma importante per la Rai , Servizio pubblico, che voleva così promuovere la conoscenza ,la comprensione, mantenere viva l’attenzione, mobilitare le coscienze.

Purtroppo la poltrona preparata in studio per lui rimase vuota. Un mese prima della messa in onda Falcone fu assassinato.

Venti anni dopo la Rai ha proposto con Rai Storia un programma chiamato ancora una volta “Lezioni di mafia” , raccogliendo il testimone, l’idea di Falcone e del Tg2, rinnovando un impegno a informare su fenomeni criminali che assediano il Paese e ne ipotecano il futuro e lo sviluppo.

Stavolta a condurre i telespettatori nel labirinto delle regole e della vita quotidiana , dei meccanismi di governo, dei delitti, di Cosa Nostra, degli intrecci tra stato e mafia c’era Pietro Grasso , oggi presidente del Senato, allora Procuratore Nazionale Antimafia.
Dodici puntate per spiegare perché , come spesso ripete Pietro Grasso, “senza il consenso la mafia non esiste” .

E che sia fondamentale – e vincente – spezzare il consenso con un’informazione costante, in profondità, creare consapevolezza, non lo pensa solo Pietro Grasso, lo pensava Falcone, ma anche un sacerdote che “per amore del suo popolo” ha testimoniato questo impegno, senza esitazioni, costantemente, trascinando i giovani di Casal di Principe e del casertano, finendo col diventare una minaccia per la camorra, che lo ha ucciso 19 anni fa: don Peppe Diana.

Un assassinio, quello di don Peppe Diana, ricordato dalla Rai, da Casal di Principe, nel diciannovesimo anniversario del suo sacrificio , il 19 marzo, con una diretta di Raitre nel corso di “Buongiorno Regione” della TgR e alle 14 con una puntata di 30 minuti a RadioTre.

Fabrizio Feo