Al via la campagna LaciateCIEntrare

In occasione della giornata mondiale del rifugiato che sarà il prossimo 20 giugno è iniziata ieri a Cona (Ve) la serie di sopralluoghi delle delegazioni della campagna LasciateCIEntrare in vari Cie, Cas, Cara e Hot spot in Italia. Alla campagna aderisce Fnsi, Usigrai, Ordine dei Giornalisti, Articolo 21.

L’ex base militare di Conetta di Cona , in provincia di Venezia, è stata riaperta nel luglio scorso per ospitare una ventina di richiedenti asilo ed alleggerire le tensioni che si stavano creando a Eraclea Mare per le proteste degli operatori turistici. In pochi mesi in quella struttura abbandonata, che sorge in mezzo ai campi, distante da servizi e centri abitati, sono stati dirottati centinaia di richiedenti asilo.

Ad oggi sono più di 600, molti di loro attendono da almeno otto mesi il rilascio di documenti. Ieri, nell’ambito della campagna nazionale “lasciateci entrare” e in vista della Giornata mondiale del Rifugiato in programma il 20 giugno, una delegazione ha visitato il Centro ma è stata autorizzata solo a una visita-lampo, senza possibilità di scattare foto o girare immagini nè di avvicinare ed ascoltare le persone ospitate.

“Hanno detto che eravamo dei carabinieri, ci hanno presentato così ai giovani nel Centro e così nessuno ha trovato il coraggio di venirci a raccontare qualcosa” ci ha rivelato al termine della visita Yasmine Accardo, Referente Territori. “La cooperativa ci ha illustrato le attività che svolgerebbe con i migranti, come ad esempio i corsi di italiano ma quando abbiamo chiesto dati precisi e documentazione scritta ci è stata negata” ha raccontato al nostro microfono Davide Carnemolla che della delegazione faceva parte in rappresentanza di Melting Pot Project Europa.

La troupe di tgr Veneto un paio di mesi fa era stata autorizzata ad entrare nella base dalla Prefettura di Venezia, un’esclusiva che ha permesso di documentare le enormi difficoltà affrontate quotidianamente da persone costrette a vivere all’interno di due tendoni, in brande a castello, senza un minimo di intimità, facendo la fila per cercare di ottenere un paio di scarpe o una maglietta per cambiarsi.

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