Il decalogo della Reuters nell’era Trump

di Marta Mandò

“Colleghi avete scritto dall’Iran o in Paesi dove la libertà di Stampa non è garantita, lo avete fatto senza fonti ufficiali, ma con le vostre inchieste, ora potete anche scrivere dell’America di oggi”.
Colpisce il tono della lettera che Steve Adler, (President and Editor-in-Chief of Reuters), il direttore generale della Reuters News, che ha spedito ai suoi giornalisti e dipendenti. Una lezione su come il giornalismo possa fare del proprio meglio, per coprire le notizie, anche quando arrivano critiche pesanti. Non capita tutti i giorni –scrive Adler- che un Presidente degli Stati Uniti neo-eletto, definisca i giornalisti “tra gli esseri umani più disonesti della terra”. Come deve reagire un giornalista? Come continuare il proprio lavoro di copertura delle notizie? Adler è un pezzo forte del giornalismo statunitense, ha alle spalle molti anni di giornalismo d’inchiesta e ha portato i reportage dei suoi redattori al premio Pulitzer. La Reuters, lo sappiamo, segue un rigido codice deontologico, ha sedi in cento paesi, ed è abituata a corrispondenze difficili da Paesi dove la libertà di stampa non è ammessa o contrastata. Eppure Adler si chiede preoccupato: “non so, quanto saranno tagliente gli attacchi dell’amministrazione Trump o in quale misura potrebbero essere accompagnati da restrizioni legali nella raccolta delle notizie”. I giornalisti americani, forse per la prima volta sono additati direttamente da un Presidente neoeletto, come sleali e i più mancanti di probità. Ma Allora, qual è la risposta dei giornalisti Reuters? Contrastare l’amministrazione? Boicottare i suoi briefing? Piegarsi? No, non è questa la strada, afferma il Capo della Reuters: “sappiamo già cosa fare perché lo facciamo tutti i giorni, e lo facciamo in tutto il mondo”.

Adler indica una sorta di decalogo, una lezione di giornalismo, valida per tutti.

Cosa fare: aderenza sempre ai fatti. Arricchire le fonti: se una porta di chiude, aprirne altre. Non fermarsi. Preoccuparsi meno delle fonti ufficiali e verificare sul campo. Investigare di più sui problemi reali delle persone, come vivono, cosa pensano, le loro difficoltà, ricordando che “l’integrità, l’indipendenza e la libertà da pregiudizi devono sempre essere pienamente preservate”.

Cosa non fare: non essere di parte, evitare animosità personali, praticare giornalismo professionale vuol dire essere intrepidi e imparziali. Quando facciamo degli errori, correggiamo rapidamente e completamente. Accertamento sempre le fonti. Apprezziamo la velocità ma non la fretta: quando qualcosa ha bisogno di più controllo, ci prendiamo il tempo per verificarlo. Cerchiamo di evitare le “esclusive permanenti” – non è importante essere sempre i primi, l’importante è essere corretti.