Il cordoglio per la morte di Gino Strada si deve trasformare in azione

Il cordoglio per la morte di Gino Strada si deve trasformare in azione.
Organizzazioni come la sua, come Emergency, sono veri e propri incubatori di vita.
Ma sono una straordinaria opportunità anche per chi fa informazione.

Perché sono molto spesso un supporto indispensabile per chi vuole andare a raccontare il dramma, i volti, le storie della guerra.
Senza dover però accettare di essere “embedded” con una delle parti in guerra.

E allora, se vogliamo andare oltre il cordoglio, e vogliamo davvero rendere omaggio a chi ha dedicato la propria vita a salvare quella di altri, il modo migliore è un impegno di tutta l’informazione a raccontare e far conoscere il ruolo imprescindibile delle organizzazioni umanitarie nelle periferie del mondo.
Una responsabilità in più in capo alla Rai Servizio Pubblico che ha il dovere – da Contratto di Servizio – di rompere quello che, con grande lucidità, Gino Strada ha definito “coprifuoco mediatico” in riferimento all’Afghanistan, e più in generale a tutte le periferie e le “guerre dimenticate”.

E per farlo esiste un solo modo: andare, vedere, raccontare, essere testimoni.

Esecutivo Usigrai