Usigrai al governo: riforma della Rai in 60 giorni, si può e si deve fare

Prelevare 150 mln di euro dalle entrate del canone Rai è “appropriazione indebita da parte del Governo”. Non ha il minimo dubbio il costituzionalista Alessandro Pace sul fatto che il comma 4 dell’articolo 21 del decreto Irpef (dl 24 aprile 2014 n.66) sia illegittimo e lo mette nero su bianco in un parere richiesto dall’Usigrai e illustrato oggi in conferenza stampa.

Il parere pro veritate sulla legittimità costituzionale dell’articolo in questione va in realtà anche oltre il solo comma 4, quello che specificamente stabilisce che “le somme da riversare alla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo” legate agli incassi da canone, “sono ridotte per l’anno 2014 di 150 milioni di euro”.Pace, infatti, in un documento, consegnato questa mattina dall’Usigrai anche al Cda e al Dg Luigi Gubitosi, entra nel dettaglio dei vizi specifici presenti nell’intero articolo e indica chi ha titolo per far valere in giudizio l’eventuale incostituzionalità del decreto. Incostituzionalità su cui, comunque, è già pronto a scommettere. “Con questo articolo – dice – hanno creato un vero pasticcio e per un costituzionalista è come inzuppare il pane per le tante illegittimità che ci sono. La più marchiana è quella dei 150 milioni, ma non è l’unica”.

L’Usigrai, comunque, pur potendo in prima persona fare ricorso sulla parte dell’articolo 21 che riguarda le sedi regionali e sulla parte relativa alla cessione di una quota di Raiway per “gli evidenti riflessi sulla situazione occupazionale della società”, lancia prima una proposta al governo: “Accantoniamo il decreto, ci si riunisca intorno al tavolo con l’Azienda e l’esecutivo. In 60 giorni si può fare una riforma della Rai che consente all’Italia di presentarsi degnamente alla guida del semestre europeo. Aspettiamo un segnale dal governo. E’ vero, come dice il premier, che non ci sono più alibi per non fare le riforme. Noi siamo pronti, abbiamo già una proposta che prevede nuove fonti di nomina per rottamare il controllo dei partiti e del governo sulla Rai; lotta all’evasione; canone sociale; immediato percorso per il rinnovo della concessione; riorganizzazione aziendale. Fatto tutto questo – dice il segretario Vittorio Di Trapani – si possono decidere tempi e modi per il contributo della Rai al risanamento del Paese”.