Alla Rai il richiamo dell’azionista non basta: azienda pronta a nuove esternalizzazioni

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Ai vertici Rai il richiamo dell’azionista sul costo esorbitante delle esternalizzazioni pare non bastare.
Dopo aver liberato il lunedì sera di Raitre spostando alla domenica Report, lo storico programma di inchiesta condotto da Sigfrido Ranucci, al settimo piano di viale Mazzini hanno pensato bene di mettere al suo posto una trasmissione prodotta da una società esterna, una redazione a cui non mancheranno prime utilizzazioni e un conduttore, Salvo Sottile, anche lui esterno e per di più inciampato in un brutto post sulla Segretaria del Pd, corredato di bestemmia, post che ha poi disconosciuto. Ma questo caso non ha creato imbarazzo ai dirigenti Rai, che adesso premiano Sottile addirittura con una prima serata; il codice etico può attendere.
Se le indiscrezioni di stampa dovessero essere confermate ci troveremmo di fronte all’ennesimo schiaffo a chi lavora da anni in azienda e per l’azienda, e ai cittadini che pagano il canone. Sì, perché non è tollerabile che, con un’esposizione finanziaria di circa 600 milioni di euro, si continuino ad appaltare i programmi a società o giornalisti esterni più graditi.
Usigrai vuole sapere dal vertice aziendale con quale motivazione sia stata spostata la messa in onda di Report. Sicuramente non per gli ascolti o la credibilità della trasmissione, tra le più apprezzate dai cittadini. Perché si è ritenuto di rimpiazzarlo con un programma esterno? A quanto ammonta il costo della nuova trasmissione?
Non è accettabile che questo vertice, che ha già tolto la valorizzazione del giornalismo d’inchiesta dal contratto di servizio – introducendo invece la dieta mediterranea- giochi in questo modo con l’informazione del servizio pubblico. In Rai non c’è nessuna narrazione da cambiare, ma ci sono solo notizie da dare. Anche quelle che al potere non sono gradite.
Esecutivo Usigrai