Due ore di interventi sulla libertà di informazione (in pericolo) sotto la sede della Rai. Al microfono Landini, Bombardieri, Guerritore, Calopresti, decine di associazioni e ong

Macheda, segretario Usigrai: “Difenderemo anche il diritto di sciopero, presenteremo tre ricorsi per condotta antisindacale ai tribunali di Roma, Pescara e Bari”

Non solo i giornalisti e le giornaliste dell’Usigrai, dopo lo sciopero dello scorso 6 maggio, oggi a parlare davanti alla Rai di viale Mazzini le colleghe e i colleghi di giornali e agenzie di stampa, sindacalisti, attori, registi, e decine di realtà associative che ritengono la libertà di informazione un diritto non negoziabile.

Dal Segretario Usigrai Daniele Macheda l’annuncio che il sindacato difenderà da ogni attacco il diritto di sciopero e per questo presenterà nei prossimi giorni tre denunce per comportamento antisindacale davanti al giudice del lavoro di Roma, Bari e Pescara, in relazione a quanto avvenuto in Rai durante lo sciopero del 6 maggio.

Tra i primi a intervenire alla Manifestazione il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “La ricchezza di un paese la produce chi lavora, cancellare il tema del lavoro dall’informazione del servizio pubblico significa cancellare la radice su cui si fonda la democrazia”.

Successivamente è intervenuto Pierpaolo Bombardieri segretario generale della Uil: “La vostra è una battaglia per la libertà. Non c’è solo la voglia di imbavagliare giornalisti fastidiosi, ma un disegno più ampio. C’è bisogno di un impegno continuo a difendere i diritti della Costituzione. La politica e i partiti dovrebbero uscire dalla Rai, il servizio pubblico va lasciato ai professionisti che ci lavorano’.

Riccardo Noury di Amnesty Italia, ha ricordato la campagna per la libertà di Julian Assange, la persecuzione giudiziaria è un attacco al giornalismo d’inchiesta: a Londra c’è Assange, in Italia tre giornalisti del Domani. Il controllo dei contenuti e di chi li pubblica, il problema delle querele temerarie, limita la libertà di stampa nel nostro Paese.

Stefano Ferrante segretario di Stampa Romana: “In Italia c’è un problema di opinione pubblica e dibattito pubblico. Manca la dialettica delle idee perchè per troppi anni abbiamo subito una pressione conformista sull’informazione. Ora vengono messi in discussione i diritti associativi e il diritto di sciopero”.

Renate Schroeder, direttrice dell’European Journalist Federation e componente del consorzio Media Freedom Rapid Response: “Siamo venuti in Italia con una missione urgente perché abbiamo visto cosa sta succedendo in Italia. La prima ragione è la situazione in Rai. Siamo contenti di vedere che Usigrai, il vero sindacato dei giornalisti Rai, si batte per difendere la radiotelevisione pubblica e difendere il lavoro dei colleghi affinché non diventi propaganda”

Sono intervenuti anche rappresentanti dell’Ordine dei giornalisti, di Articolo 21, Anpi e tanti altri. L’attrice Monica Guerritore ha ricordato che “la catena sociale è l’unica cosa che difende le persone dal libero arbitrio e dal sopruso. In questo momento si cambia la cultura del Paese, ai giornalisti che hanno avuto paura e non hanno scioperato, l’invito a non spezzare più la catena sociale.”

Per Lucilla Andreucci di Libera contro le mafie “L’informazione libera deve essere allergica a ogni condizionamento di ogni forma di potere”.

Mimmo Calopresti, Michele De Palma Fiom Cgil, rete no bavaglio, gaynet, la solidarietà dei giornalisti in mobilitazione per difendere la Radio Nacional Argentina. E poi Open Arms, Agi, Radio Sociale, Legambiente, Gli studenti Medi e le universitarie, La Fondazione Antonio Megalizzi. Maura Cossutta per la casa internazionale delle donne, dice: “le femministe denunciano un clima terribile in Italia che sta cancellando decenni di storia, diritti e libertà delle donne, cartina tornasole di una torsione del sistema democratico”

“Oggi davanti alla Rai c’è la società civile che difende i diritti e le libertà costituzionale” ha detto in chiusura il presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani. “Non stanno attaccando solo la libertà di stampa, ma le libertà costituzionali come il diritto a manifestare e il diritto alla sciopero”. E rivolgendosi al segretario generale della Uil ha aggiunto: “Mettiamo da parte le differenze, in Rai è arrivato il momento dell’unità sindacale con i sindacati che rappresentano le altre categorie professionali”, lanciando la proposta di un patto per la Costituzione

Tutti gli interventi: https://www.youtube.com/live/tNenhR716iY?feature=shared