Per un servizio pubblico crossmediale

Dal 23 al 24 maggio si e’ svolto a Londra nella nuova sede Bbc di Portland place il quinto seminario dell’Eurovisione dedicato alla tecnologia utilizzata nella produzione delle news. Insieme alla collega  Valeria Collevecchio abbiamo avuto l’occasione di constatare lo stato dell’arte in questo campo ed è stato inevitabile il  confronto tra Rai e Bbc.

Due i concetti fondamentali alla base del cambiamento emersi dal seminario, l’austerità – ovvero la necessità di rispondere alla riduzione senza precedenti delle risorse destinate al servizio pubblico (per la Rai questo significa anche meno pubblicità), e la complessità sia del mondo reale che quello dei media.

Il servizio pubblico crossmediale oggi deve continuare a contribuire e  a promuovere valori come  la diversità, la qualità, accessibilità e l’indipendenza.

Internet. Rischio e opportunità

La crescente concorrenza dei sistemi basati sul web, come i motori di ricerca, le applicazioni, la crescita della navigazione e interazione con i contenuti e le persone attraverso dispositivi mobili, come gli smartphone e i tablet hanno costretto la Bbc a cambiare. Questo vale anche per la Rai, perché restare immobili significa essere ignorati dai nostri abbonati che si rivolgeranno ad altri fornitori di contenuti.

Il flusso dell’informazione e’ sempre più legato alla conversazione con il pubblico. Il ciclo dell’informazione è molto più rapido e le fonti sono molte più numerose che in passato. Oggi la nuova sfida giornalistica sta nell’interpretare e filtrare questo flusso impetuoso e rapido di informazioni istantanee. La Bbc insegna che occorre aprirsi al dialogo con tutti e  su tutte le piattaforme senza paura, cambiando i processi di produzione e pubblicazione per condividere il nostro prodotto con tutte le audience possibili.

Di qui l’esigenza di creare una newsroom integrata cross mediale e condivisa, senza barriere tra giornalisti in un flusso h24 di informazioni e contenuti su piattaforme diverse, tv, radio, internet, social media. E’ il progetto che l’Eurovisione sta promuovendo in tutta Europa e che la Bbc sembra meglio rappresentare, visto che raccoglie in un unico edificio ben 6000 tra giornalisti, tecnici, impiegati e  artisti.

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Carlo Alberto Morosetti, TG2