Radio Rai perde ascolti su ognuna delle sue reti. Uniche emittenti in un panorama in cui tutti gli altri competitor crescono. Un pessimo segnale per l’azienda.

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E non basterà la decisione di uscire dal sistema di rilevazione per recuperare il terreno perso in questi anni su un asset strategico per il servizio pubblico.

Serve un cambio di strategia, a partire dal dare una guida stabile a Radio Uno e Giornale Radio che hanno cambiato 8 direttori in 8 anni.

Cosi come non è rinviabile un investimento sulla capacità trasmissiva, se ancora oggi Radio Rai non si ascolta in diverse zone d’italia.  Anche sul prodotto non è tagliando che si migliora il risultato. Servono idee e professionalità che all’interno dell’azienda ci sono e vanno valorizzate. 

Provare a bloccare l’uscita dei dati Ter, come ha fatto l’azienda, non salva chi ha gestito la Radio in questi anni dal valutare le responsabilità dei risultati odierni, sia pure su dati ottenuti attraverso un sistema dal quale la Rai ha deciso di uscire. 

Ribadiamo al vertice aziendale l’assoluta urgenza di un tavolo di confronto sindacale che si occupi del futuro della Radio.