Una riforma della Rai a colpi di dichiarazioni a effetto, che si susseguono di settimana in settimana, è proprio quello che non ci vuole. Il CDR del TG1 si augura che, se sarà confermata la notizia di un Consiglio di Amministrazione il 23 luglio per discutere di come disegnare l’informazione Rai del prossimo futuro, non si partirà dall’assunto che nel servizio pubblico c’è troppa informazione.
Non siamo contrari alle riforme, ma nessuna riforma può partire dal fatto che bisogna fare meno informazione.
Nessuna riforma può partire dall’idea che per migliorare gli ascolti di una testata bisogna ridurre gli spazi informativi delle altre.
Sarebbe meglio puntare l’attenzione su come migliorare ulteriormente la qualità di notiziari e di approfondimento, magari facendo più affidamento sulle risorse interne, a tutti i livelli dell’organizzazione produttiva.
Una informazione autorevole, forte e indipendente resta il cardine del servizio pubblico. Questo non significa ipotizzare di volta in volta curiosi accorpamenti che hanno più il sapore di uno spot propagandistico che di un progetto complessivo frutto di confronto con il sindacato. Fino a ieri abbiamo letto della possibile fusione Tg2 – Rai News, oggi si chiacchiera di quella tra Tg1 e Tg2. No, noi su queste basi non ci stiamo.
Il CDR del TG1 si augura, così come già chiaramente detto dell’Usigrai, che si apra all’interno dell’Azienda un ampio ed alto confronto sulle decisioni più importanti da prendere, un confronto che veda il sindacato a tutti i livelli protagonista. Siamo convinti che i giornalisti della più importante testata televisiva nazionale, così come tutti gli altri colleghi Rai, siano pronti a mettersi in gioco guardando al futuro senza nessuna paura. Ma non senza essere ascoltati. Nulla può avviarsi senza l’adeguato coinvolgimento delle redazioni e dell’Usigrai.